Viaggio in Oman: paese dalla cultura eterna e il ruolo di Sultan Qaboos

L’Oman è uno dei paesi più floridi e vitali del nostro presente. Tra vasti deserti dorati, canyon scolpiti da fiumi cristallini e oasi verdeggianti, il Sultanato conserva un fascino raro e autentico.

Grazie a politiche attente al mantenimento delle tradizioni locali, l’Oman ha evitato il cambiamento affrettato e talvolta violento che ha caratterizzato realtà come Dubai e gli Emirati Arabi. Al contrario, ha scelto di abbracciare e valorizzare la propria eredità millenaria, portando avanti una campagna di preservazione culturale e naturale che lo rende oggi uno dei paesi più autentici e sinceri. Non solo verso i propri abitanti, ma anche verso i turisti che, anno dopo anno, in numero sempre crescente, si lasciano incantare dalla sua bellezza genuina.

Ed è proprio qui che entra in gioco la figura di Sultan Qaboos bin Said. Sotto la sua guida illuminata, l’Oman ha saputo crescere e modernizzarsi senza perdere la propria anima, aprendo così un capitolo fondamentale della sua storia recente.

Viaggio nella storia dell’Oman: un paese sospeso nel tempo

Oasi in Oman

Fino al 1970, l’Oman era un paese quasi fermo nel tempo. La popolazione viveva di pesca, pastorizia e agricoltura di sussistenza. Le strade asfaltate erano appena una decina di chilometri. Le scuole si contavano sulle dita di una mano e non superavano le medie; il tasso di analfabetismo era altissimo. Gli uomini della montagna (Jibbali) non avevano modo di lasciare le loro terre, limitati sia dall’assenza di strade che dalle molteplici restrizioni imposte dall’allora sultano Said bin Taimur ai suoi sudditi. Queste includevano, tra le altre, limitazioni agli spostamenti e divieto di utilizzo della radio.

La generale opposizione allo sviluppo moderno, oltre che all’appropriazione per scopi personali delle già presenti – e preziosamente nascoste – ricchezze del petrolio, portarono molti omaniti ad abbandonare il paese, diretti verso, tra gli altri, Qatar, Arabia Saudita ed Emirati, in cerca di lavoro e dignità.

Quando Qaboos bin Said salì al trono, ereditò un Paese povero e diviso, ma con un potenziale enorme. La sua visione e il suo coraggio avrebbero aperto un nuovo capitolo nella storia dell’Oman.

“Costruisce tutto dove non c’era niente”

“Fu uno di quei liberi che trovi una volta ogni mille anni”

L’arrivo di un eroe e il discorso del sultano

Qaboos nacque a Salalah nel 1940. Studiò dapprima in patria, poi in Inghilterra, dove frequentò un collegio privato e successivamente la Royal Military Academy di Sandhurst. Dopo l’addestramento militare, servì per un anno nell’esercito britannico in Germania.

Il 23 luglio 1970, a soli 29 anni, con l’appoggio dell’Inghilterra depose il padre Said bin Taimur, prendendo il potere. In quell’occasione ribattezzò ufficialmente il Paese Sultanato dell’Oman (prima Muscat and Oman) sottolineandone la nuova unità politica.

La situazione era drammatica: l’insurrezione comunista del Dhofar, appoggiata dallo Yemen del Sud e sostenuta da URSS e Cina, minacciava di destabilizzare lo Stato. Qaboos riuscì a fronteggiarla grazie al sostegno militare di alleati come il Regno Unito, lo Shah di Persia e il re Hussein di Giordania.

Ma il suo gesto più importante fu un discorso che cambiò il rapporto tra sovrano e popolo. Parole semplici, che accendevano speranza:

Speriamo che questo giorno segni l’inizio di una nuova era e di un grande futuro per tutti noi. Vi promettiamo che compiremo il nostro dovere verso il popolo del nostro caro Paese. Speriamo anche che ciascuno di voi compia il proprio dovere nell’aiutarci a costruire il futuro prospero e felice che cerchiamo per questo Paese

Sultano Qaboos bin Said, primo discorso alla nazione, 1970

Come poche volte fu visto fino ad allora, quelle promesse vennero mantenute: sfruttando i soldi ottenuti dalla vendita del petrolio, il Paese si trasformò in pochi decenni. Strade e scuole sorsero ovunque e ospedali moderni divennero accessibili a tutti. Programmi di edilizia e offerte di case gratuite agli abitanti e lavoro permisero inoltre a molti omaniti emigrati di rientrare. In poco tempo, l’Oman passò dall’essere uno dei Paesi più arretrati del Medio Oriente a un modello di stabilità e sviluppo, nonché riferimento democratico nella penisola.

Il funerale di un eroe

Nel 2020 iniziarono a diffondersi voci sulla malattia del sultano. Quando l’11 gennaio giunse la notizia della sua morte, il popolo rimase incredulo.

A Mascate, il corteo funebre attraversò le strade della capitale: uomini, donne, bambini e persino poliziotti piansero apertamente. La salma venne portata alla Grande Moschea del Sultano Qaboos, dove migliaia di persone si raccolsero per l’ultimo saluto. Le voci gridavano il suo nome, in un dolore collettivo che testimoniava quanto quell’uomo fosse stato più di un sovrano. Era stato un padre, un punto di riferimento, un eroe.

Qaboos si spense a 79 anni. Dietro di sé lasciò un Paese moderno, rispettato a livello internazionale e capace di giocare un ruolo di mediazione nella regione. Il suo successore fu Haitham bin Tariq Al Said, suo cugino e già ministro della cultura. Il nuovo sovrano venne scelto seguendo le stesse volontà di Qaboos, lasciate in una lettera aperta dopo la morte. Haitham fu chiamato a tenere alto un nome, e a dimostrarsi all’altezza di un sultano con un’influenza senza precedenti.

“Ti spezza il cuore, mi ero commossa,” ammette una cittadina di Mascate.

The Omani government left a note after his passing.

“The will of the Almighty Allah on His beings is inevitable and to Him we shall all returnIt was the Almighty Allah’s will that we have lost the best of men, the forgiven one, God willing, Sultan Qaboos Bin Said Bin Taimour; a man who cannot be served right by such a speech, as no words can calculate what he had achieved and accomplishedHe set up a modern state from scratch, a country that is now recognized by all, far and nearHe established a deeply rooted renaissance whose features have crystalized in a schema of laws and legislations that fortify this country and channel the progress of its march towards the blossoming future that he wished.

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